sabato 5 marzo 2011

Scacchi eterni: il Torneo Perpetuo

Gli scacchi sono un gioco molto competitivo e giocatori e giocatrici di scacchi sono abituati a competere appassionatamente. A tutti, professionisti e dilettanti, piace vincere e primeggiare sia che si tratti di singole partite contro un amico che di un incontro agonistico basato su più turni.
Nel corso degli anni circoli e federazioni hanno messo a punto varie formule per permettere la realizzazione di tornei, sia che l’obiettivo fosse quello di dirigere un torneo sociale in un circolo, sia che fosse quello di organizzare un match per assegnare la corona di campione del mondo.
I regolamenti, più o meno articolati e complessi, sono sempre stati fatti in modo, oltre che per garantire un regolare svolgimento del torneo che tuteli tutti i giocatori e faccia emergere alla fine i più forti, anche per permettere che questo avvenga nell’arco di un intervallo di tempo ben delimitato.

Di solito il procrastinarsi del torneo per un periodo troppo lungo viene visto come un problema, ed è anche successo che in importanti tornei gli organizzatori siano dovuti intervenire, in deroga al regolamento iniziale, per chiudere match che si stavano trascinando altrimenti troppo a lungo (si pensi alla prima sfida mondiale tra Karpov e Kasparov del 1984).
Questa “ossessione” dei tempi rapidi è più che mai presente nella società iperveloce di oggi e l’idea che qualunque cosa si debba chiudere in un lasso necessariamente breve di tempo ha portato a eccessi nella direzione opposta (almeno a parere di chi scrive). Vedi per esempio quanto deciso per l'ultimo match mondiale tra Anand e Topalov, dove, in caso di parità, da un certo momento in poi si sarebbe dovuto assegnare il titolo utilizzando la roulette russa delle partite veloci, sulla falsariga del metodo dei rigori utilizzato per le partite di calcio. Nel caso Anand-Topalov fortunatamente non fu necessario, ma la cosa ha sicuramente avuto, nel bene e nel male, un’influenza sulla preparazione dei giocatori.

All’interno delle attività giornaliere di un circolo di scacchi, le partite tra i soci ricoprono un posto particolarmente importante. Che siano pensate come preparazione per gli avvenimenti agonistici per i giocatori più titolati o come semplice passatempo per quelli meno competitivi, che siano lente, veloci, giocate in religioso silenzio o tra le discussioni e i commenti degli altri frequentatori, le partite costituiscono l’attività sociale per eccellenza di ogni circolo di scacchi.
Nel corso degli anni, in ogni circolo si crea un database sotterraneo spesso immenso di partite, collezioni di sfide eterne tra coppie di amici che messe in fila farebbero impallidire per numerosità le sfide dei campioni del mondo.
Queste considerazioni dovevano aggirarsi nella testa di alcuni soci dell’Associazione Firenze Scacchi quando hanno pensato alla messa a punto del “Torneo Perpetuo” del circolo. L’idea alla base è semplice: cercare di conservare la storia delle innumerevoli partite amichevoli che si svolgono all’interno del circolo e nel contempo approfittarne per realizzare una sorta di torneo infinito in cui i soci del circolo possano confrontarsi come in un torneo convenzionale.
Chiaramente un torneo così organizzato, tanto convenzionale non potrà essere. Il non prevederne la fine disinnesca in partenza molti degli aspetti agonistici legati alla ricerca del risultato finale impliciti nei tornei canonici, rendendo il torneo ancora più amichevole di un torneo sociale dove comunque la voglia di vincere alla fine solitamente emerge.
La parola chiave ben presente nella mente di chi all’inizio ha pensato al torneo era libertà. Niente abbinamenti forzati, niente turni di gioco. I giocatori devono essere lasciati liberi di giocare con chi, quando e come preferiscono. Se due giocatori non vogliono o non possono giocare l’uno contro l’altro (magari perché semplicemente frequentano il circolo in giorni diversi) devono poterlo fare; viceversa se a due giocatori piace per qualunque motivo incontrarsi sempre tra di loro, devono poterlo fare.
Allo stesso modo però sin da subito è parsa una buona idea quella di cercare di stimolare ogni giocatore a incontrare nel tempo il maggior numero possibile di “avversari” e di mettere un freno al punteggio dei giocatori che giocano un numero considerevole di partite sempre con gli stessi avversari.
Questi risultati si ottengono facilmente con la semplice ed elegante regola che sta alla base del calcolo del punteggio. Per ogni coppia di giocatori (A e B) che si incontrano, c’è sempre soltanto un solo punto in palio. Così, per esempio, se A e B si incontrano 10 volte e A vince sempre, A avrà comunque solo un punto assegnato; se invece i due giocatori vincono 5 partite a testa, ognuno avrà mezzo punto. Lo stesso se A e B si scontrano 100 invece che 10 volte.
In questo modo l’unica possibilità che ha un giocatore di guadagnare più punti sarà quello di giocare (e naturalmente vincere) con più giocatori possibile. Se, sempre per esempio, A vincesse le sue 100 partite con 10 giocatori diversi, i suoi punti alla fine sarebbero 10 invece di uno.
Gli unici complementi a queste fondamentali regole (libertà e calcolo del punteggio) sono che affinché il punteggio possa essere assegnato, due giocatori devono aver giocato almeno tre partite tra loro, che le partite siano state giocate a colori alterni e che siano a tempo medio lungo (idealmente da 60 minuti in su, anche se alla fine, per venire incontro alle esigenze di tutti si è deciso di accettare anche partite di 30 minuti). Il regolamento integrale del torneo, così come è stato implementato dal circolo Firenze Scacchi, è disponibile presso la pagina dedicata sul sito dell’associazione. Per la gestione del torneo è stata anche realizzata un’apposita web application.


Dopo un anno dall’inizio del torneo è tempo di tirare le prime conclusioni. Cosa più importante di tutte, il torneo ha rivitalizzato le attività del circolo. Quasi spontaneamente è avvenuto che una sera della settimana (il venerdì) risultasse dedicata alle partite del torneo. Prima di questo, il venerdì era una sera non particolarmente attiva per il circolo.
Dopodichè alcuni numeri: 25 partecipanti, 118 partite giocate, soci che hanno giocato l’equivalente di 4 tornei da 6 turni.

La formula del “Torneo Perpetuo” che ha così piacevolmente dato una scossa all’Associazione Firenze Scacchi, ha suscitato interesse anche presso altri circoli, e il fatto che possa essere preso da modello da altre associazioni non può che fare piacere ai proponenti iniziali, così come ai responsabili e ai frequentatori del nostro circolo.
Infine una proposta scherzosa: chissà che in futuro la corona di campione del mondo non possa essere assegnata, cambiando anche ogni mese, con un meccanismo simile a quello messo a punto con il “Torneo Perpetuo”.

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